SE OFFRIRAI
IL TUO PANE
ALL'AFFAMATO...
Oltre lo scarto: la realtà di carità
del Banco Alimentare
"In un tempo che ha smarrito il valore infinito della persona concreta, perché ha dimenticato la tradizione cristiana, siete chiamati a rinnovare lo spettacolo della condivisione gratuita del destino dei fratelli uomini..."
In questa frase di don Luigi Giussani sta sinteticamente il valore dell'avventura del Banco Alimentare italiano e ciò che lo rende un unicum nel panorama delle Food Bank mondiali...
(tratto dalla prefazione di Giorgio Vittadini)
Storie di persone
che aiutano altre persone
PREFAZIONE
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LA PRIMA STORIA
le parole di Dario...
Quelli che non ti aspetti
Molti immigrati aderiscono alla Colletta Alimentare come donatori. Lo straniero è uno che non ti aspetti, perché nell’immaginario collettivo sta «dall’altra parte», dalla parte di quelli che ricevono. (E che, a parere di alcuni, ricevendo «sottraggono» cibo a qualche italiano che sta peggio di loro). Nei racconti dei volontari c’è quindi posto anche per lo stupore di chi vede un migrante fare la spesa per chi non la può fare.
Ecco la testimonianza di Dario da Perugia. «Nel tardo pomeriggio, al gruppo di giovani che vivacizzano la raccolta si avvicina uno sconosciuto, dai caratteri somatici sembra un nordafricano, è vestito dimessamente e non pare del tutto sobrio, mostrando un sacchetto di plastica chiede insistentemente di una ragazza a cui vuole consegnarlo. La cosa sembra poco chiara, con i tempi che corrono e il clima che si respira il sospetto prevale: chissà chi è costui, chissà cosa c’è in quel sacchetto... Mi avvicino per capire meglio le sue intenzioni e di lì a poco la tensione si stempera e prende forma la verità. Lo sconosciuto non cercava una volontaria qualunque, ma una ragazza che poco prima gli aveva chiesto di aderire alla Colletta donando qualcosa. Lui aveva risposto che in quel momento non poteva farlo per mancanza di denaro, ma che sarebbe ritornato di lì a poco per dare il suo contributo. Così è stato: lo sconosciuto, rispettando la promessa, era arrivato con un sacchetto di alimenti, ma la volontaria non c’era più perché avendo terminato il suo turno era stata sostituita da altre persone. Così la mia istintiva diffidenza si è trasformata in stupore e gratitudine. La realtà è sempre più grande del pregiudizio».
SCHEDA DEL LIBRO
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Partecipa alla presentazione del libro più vicina a te!
- Mercoledì 5 ottobre - Sassari (scopri di più)
- Venerdì 10 giugno - Genova
- Giovedì 12 maggio - Palermo (scopri di più)
- Martedì 3 maggio - Reggio Calabria (scopri di più)
- Lunedì 2 maggio - Catanzaro (scopri di più)
Le Nostre Storie
La rete del Banco Alimentare è uno scrigno che racchiude tante perle di carità vissuta. Alcune sono raccontate nel libro "Se offrirai il tuo pane all'affamato..." scritto da Giorgio Paolucci, che in questi mesi viene presentato in varie città. Molte altre rimangono sconosciute, ma sono un tesoro che vogliamo far conoscere attraverso questo spazio in cui tutti sono invitati a raccontare quelle di cui sono protagonisti o di cui vengono a conoscenza incontrando donatori, volontari, assistiti.
Testimonials
Maria Francesca - Itis Gentileschi
Desidero cambiare me stesso
Buona sera Professor Barbieri,
spero di non disturbare; questa sarebbe una mia breve riflessione riguardo al banco alimentare e non solo.. La avevo scritta un po' di tempo fa.
Le auguro una buona serata.
"Ieri ero intelligente, ecco perché volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio, ecco perché desidero cambiare me stesso." - Sri Chimnoy
Siamo dei miseri viandanti, solitari aggiungerei, smarriti fra i meandri dell’esistenza.
Miliardi d’individui abitarono questo pianeta prima di noi e Dio solo sa quanti saranno i suoi ospiti futuri. Ciascun essere umano, pur essendo cosciente della sua minorità e della sua mortalità, si comporta come se fosse imperituro e immortale, come se dovesse governare il mondo! Cerca di lasciare dei segni della sua esistenza, delle tracce riguardo al suo transito; ma di lui non resta nulla, se non qualche idea che ha cercato di rendere eterna, scegliendo di nasconderla, come un tesoro, sotto terra, sperando che forse un giorno qualcun altro la rinvenga e la riproponga in chiave diversa più moderna in base alle richieste di quella determinata era. Non siamo altro se non un mucchio di ricordi e allora come possiamo pretendere di cambiare il mondo? A volte è difficile persino cambiare se stessi; difficile sì, ma non impossibile. È un folle colui che pensa di aver trovato la soluzione per eliminare la fame nel mondo, le guerre, la miseria; questi sono dei mali necessari con cui dobbiamo convivere e che dobbiamo accettare come tali, così come approviamo gli enigmi dell’esistenza.
Abbiamo un’indole squallidamente superba, che ci conduce a vedere il male sempre al di fuori: "la società è sbagliata, le istituzioni lo sono tutti gli altri non agiscono correttamente" è questo ciò a cui noi pensiamo, sempre; è semplice incolpare gli altri, è un atto elementare, di una banalità assoluta, ma cosa sarebbe se invece il tassello fuori posto qui sono io? Ebbene la situazione si trasforma; non sono più loro a dover mutare, bensì io; IO! Cambiare se stessi, modo di pensare, di intendere può essere 100 volte più complesso rispetto al tentativo di cambiare il mondo, ma se il risultato è positivo sarà 1000 volte più appagante.
Spero che perdoniate e che accettiate la mia lunga digressione, che, priva di senso non è (perlomeno non completamente!).
L’esperienza del banco alimentare è un tentativo di cambiare se stessi; è un momento in cui mettiamo da parte la nostra quotidianità, i nostri interessi personali, i nostri impegni giornalieri e decidiamo di estrapolare un breve arco di tempo per dedicarlo agli Altri, (persone sconosciute che mai abbiamo incontrato e con cui mai scambieremo una parola) e scopriamo in noi stessi una duplicità, un nuovo individuo che non avremmo mai creduto esistesse. Osserviamo il mondo con occhi diversi, più bonari e ci rendiamo conto del nostro vantaggio della fortuna che abbiamo a essere nati in una certa epoca, all’interno di una certa famiglia, sotto un certo nome. Tante sono le persone povere e bisognose al mondo e il nostro compito è –come suggerisce anche Papa Francesco- cercar di ‘‘fare di tutto per tutelare la condizione e la dignità della persona umana.’’ Di certo il banco alimentare non è nulla se non una microscopica goccia precipitata nell’immensità dell’oceano e inglobata a quell’infinità. Tanti sono gli atti che ciascuno di noi potrebbe svolgere giornalmente, azioni di umiltà, rispetto e umanità nei confronti di coloro che hanno maggior bisogno di una mano.
Ebbene se desideriamo davvero produrre delle alterazioni, dei mutamenti efficaci all’interno di questa società, o ancor prima, se desideriamo trasformare noi stessi:
Maria Francesca
Chiara - Itis Gentileschi
Ero un po’ scettica
Sabato 28 Novembre 2015 ho fatto un’esperienza molto bella ed interessante a mio parere. Durante una lezione di italiano il mio professore ha proposto a tutta la classe di partecipare ad una colletta alimentare all’Esselunga di Via Palizzi. All’inizio, lo ammetto, ero un po’ scettica perché pensavo fosse una cosa noiosa ma due mie compagne, le quali lo avevano già fatto, mi hanno consigliato di andarci con loro perché sarebbe stata un’esperienza bella ma anche divertente. Quindi sabato con alcuni miei compagni di classe ci siamo recati all’Esselunga di Quarto Oggiaro, una volta arrivata lì sono rimasta sorpresa dal numero di volontari presenti ad aiutare. Ci si può chiedere perché sia rimasta sorpresa ma il fatto è che personalmente non mi aspettavo di vedere così tanti giovani interessati ad aiutare per una buona causa, forse perché la gioventù di adesso pensa molto a sé stessa e non a gli altri quindi sono rimasta scioccata. Dopo aver trovato il nostro professore abbiamo indossato delle pettorine gialle e abbiamo iniziato. Questo volontariato includeva diversi “lavori”; uno di questi prevedeva la raccolta dei sacchetti contenenti il cibo, e lo smistamento di esso negli scatoloni. Alcuni di noi, invece, si occupavano di distribuire i volantini e i sacchetti per aderire a questa colletta e altri aiutavano nel banco all’interno del supermercato. Nell’arco delle nostre due ore di volontariato altri volontari ci hanno assegnato diversi compiti. Con le mie compagne abbiamo iniziato raccogliendo le buste contenenti gli alimenti. Una cosa divertente è stato il fatto di non accorgerci quando qualcuno che ci chiamava e quindi stavano lì con il sacchetto in mano con il braccio alzato finché non ci rendevamo conto. Ed era una cosa buffa da vedere. In seguito il compito a noi assegnatoci comprendeva la distribuzione di volantini e sacchetti, per aderire alla colletta. A ogni persona che fermavamo dovevamo spiegare in cosa consisteva questa iniziativa e convincerli a partecipare. Nel caso avessero accettato dovevamo dare un volantino e un sacchetto che ci riportavano a fine spesa contenente gli alimenti da donare. Alcune persone rispondendoci in modo sgarbato e ignorandoci mi hanno fatto capire la frustrazione che prova chi si occupa di volantinaggio quando non viene ascoltato. L’ultimo compito di cui ci siamo occupati è stato sistemare i bancali degli alimenti all’interno dell’Esselunga. Non in tutti i prodotti erano specificati i prezzi e la gente tendeva a chiedere a noi. Rispondendo di non saperli loro ribattevano dicendo che avrebbero dovuto metterli ma purtroppo non potevamo farci nulla. Due avvenimenti che mi sono rimasti impressi sono stati; la signora dei 10 euro e l’uomo degli omogeneizzati. Un’anziana signora mi si è avvicinata dicendomi di avere un budget di 10 euro per la colletta, chiedendomi cosa avrebbe potuto acquistare. Questo fatto mi è rimasto molto impresso in quanto mi sono resa conto che pur non potendo spendere molti soldi ha deciso di partecipare anche se con una piccola quota a una buona causa. E mi ha fatto molta tenerezza. Ad un certo punto è arrivato un signore chiedendomi se erano ancora disponibili gli omogeneizzati al vitello e prosciutto, in quanto voleva donare solo quelli. Io risposi che erano finiti e che poteva donare altro ma lui se ne andò. Infine si può dire che partecipando a questo volontariato, di persone stravaganti ne ho incontrate. Questa esperienza mi ha aiutato molto a livello caratteriale, perché io sono una ragazza molto timida e abbastanza introversa, ma nonostante ciò sono riuscita a comunicare con tutti sempre con un sorriso sul volto. È stata anche una bella esperienza a livello umano vedere quante persone erano disposte a comprare, anche se con piccole quote, qualcosa per le persone più bisognose. Detto questo di sicuro un’esperienza così la rifarei volentieri.
Matteo - Itis Gentileschi
Guai a lasciarsi sopraffare dal pregiudizio
Sabato pomeriggio, in tutta Italia, un sacco di persone hanno contribuito a cercare di rendere migliore la vita di chi si trova in difficoltà. Ciascuno a suo modo. Chi andava a fare la spesa, oltre alla sua, poteva acquistare anche qualcosa destinato a chi oggi vive una condizione di seria crisi. Poi magari poteva recarsi in un punto di ritrovo della Colletta Alimentare e dare una mano a mettere via gli scatoloni. Infine, stanco di mettere via tutta la merce donata, poteva svolgere il fondamentale ruolo di "promoter" (ma sì, usiamo quest'espressione molto "economy"). E quest'ultima cosa è ciò che ho fatto io. Tre ore piacevoli, perché non è come pensano tanti: "starai lì a distribuire volantini". No (c*#@°). Innanzitutto si è lì per aiutare qualcuno, anche se non direttamente. In secondo luogo, certo si distribuiscono volantini (e sacchetti, anche se su questo abbiamo avuto qualche problemino): ma si fa anche molto di più. Si scherza e si ride con il tuo "compagno di avventura" senza il quale sei più imbarazzato a fare tutto da solo, si incrocia lo sguardo di una donna rassegnata che con grande tristezza e tanto dispiacere risponde al tuo invito dicendoti: "no, mi spiace. Non posso aiutare in alcun modo", si ascolta un signore che a sessant'anni inoltrati ti invita ad essere arrabbiato e a fare la rivoluzione per un futuro migliore ("perché voi giovani ce la farete, ne sono certo!").
Insomma: si vive. C'è tantissima vita e voglia di vivere tra quei carrelli, quelle buste e quegli scatoloni. C'è la voglia di rendersi utili per il prossimo. La voglia di non pensare che "tanto sai che palle". Anche se lo fai con il tuo professore di italiano o con i tuoi compagni di scuola. Persone che vedi praticamente tutti i giorni, ma con le quali, nonostante ciò, vivi esperienze sempre nuove. "Ogni volta come se fosse la prima" diceva qualcuno: più o meno rispondo io. Non si può negare che per molti sia frustrante vedere gli stessi volti anche fuori dall'ambiente scolastico. È comprensibile, ma guai a lasciarsi sopraffare dal pregiudizio. Perché non ci sarebbe più vita. E quello sì "sai che palle..."
Martina - Itis Gentileschi
Un intero carrello di alimenti
Buonasera professore.
Le invio il mio pensiero riguardo alla colletta alimentare fatta il 28 novembre.
Anche quest'anno ho partecipato alla colletta alimentare, e sono sempre più motivata a continuare. Ciò che mi colpisce è la grande quantità di volontari di tutte le età che collaborano insieme. Penso che una delle parole chiave del donacibo sia la collaborazione, per questo motivo adoro partecipare. Mi diverto sempre di più a lavorare e scambiare qualche parola con la gente che dona gli alimenti. Ogni anno incontro persone diverse.
Per esempio due settimane fa, è capitato di imbattermi in una donna che ha donato un intero carrello di alimenti! Quando ce lo ha consegnato, io e la mia compagna siamo rimaste letteralmente a bocca aperta.
Concludo sperando che questa iniziativa permanga nel tempo ,e che più persone provino la bellissima sensazione che provo io.
Come in ogni esperienza non solo si aiuta gli altri ,ma arricchisci te stesso più di quanto non immagini! Colgo l'occasione per ringraziare tutti.
Elisa - Itis Gentileschi
Sono molto contenta di aver partecipato
Salve prof
Il giorno 28 novembre ho avuto il piacere e l'onore, grazie a Lei e alla prof.ssa Moretti, di partecipare alla colletta alimentare.
Sono molto contenta di aver partecipato a questa bellissima attività che ha visto raccogliersi moltissimi ragazzi della nostra età, uniti contro la povertà e la mancanza di cibo in, purtroppo, moltissime famiglie milanesi.
Penso che queste attività siano davvero molto importanti sia dal punto di vista spirituale, ma anche mentale: infatti, secondo il mio modesto parere, molto spesso noi ragazzi che abbiamo tutti i giorni del cibo, un letto, una famiglia, non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo.
Non ce ne accorgiamo perché per noi avere tutto ciò di cui abbiamo bisogno tutti i giorni, senza dover fare il minimo sforzo, è una cosa normalissima; ma molto spesso ci dimentichiamo che c'è davvero troppa gente, della quale moltissimi ragazzi della nostra età, che per avere un pezzo di pane devono lavorare duramente 10-11 ore al giorno.
Penso che sia stato questo il motivo principale per il quale avevo accolto così a cuore aperto la proposta fattami dalla prof. Moretti: proprio perché secondo me è importante, viste le nostre possibilità, spendere qualche ora per aiutare il prossimo e la nostra comunità.
La ringrazio quindi davvero di cuore per averci dato questa bellissima possibilità, mi sono sentita appagata e soddisfatta del lavoro svolto, nonostante alcuni dolori alla schiena!
Augurandole una buona serata, La saluto cordialmente
Martina - Itis Gentileschi
Una cosa molto generosa e positiva
Salve prof,
Quest'anno ho voluto rifare l'esperienza della Colletta Alimentare poiché l'anno scorso mi sia trovata molto bene. Mi sembra una cosa molto generosa e positiva da fare nei confronti delle persone bisognose e ne sono rimasta soddisfatta.
Sicuramente parteciperò anche l'anno prossimo.
Arrivederci
Martina
Ouissal - Itis Gentileschi
L'idiota
"È la bellezza che salverà il mondo''. Questa frase ripresa dal libro di Dostoevskij nell'opera: L'idiota, può far riflettere tante persone. Leggendola mi vengono in mente tante domande, tra le quali: Cosa intende Dostoevskij per bellezza, ed anche: Cosa significa per noi bellezza? Domande a cui è molto difficile rispondere.
In questo periodo, in questa società la bellezza è intesa esclusivamente come un fatto estetico; così, ad esempio, una ragazza magra è considerata bella; un ragazzo con gli addominali evidenti è considerato sempre affascinante, ma è davvero questa la risposta alla domanda sul significato di questa parola? No, la bellezza può appartenere ad una ragazza grassa, con un cuore grande e ad un ragazzo non attraente, ma con un animo gentile. Io rispondo che non c'è una definizione di bellezza; so che la bellezza coincide con quanto abbiamo dentro di noi, con quello che si può vedere solo con il cuore e con occhi semplici. La bellezza salverà il mondo ha significato perché la bellezza è in noi, infatti le nostre persone sono costituite da bellezze diverse, alcune volte incomprese, ma comprensibili aprendo il cuore e guardando veramente e con umanità l’altro che incontriamo. Questo è il mio pensiero e spesso io stessa lo dimentico, ma è bello ricordarsi che noi siamo persone bellissime che salveremo il mondo, non come fa l'eroe che salta sopra i tetti, ma come eroi che salvano persone, anche con un piccolo gesto, alcune volte anche banale che rende la giornata migliore ad altre persone. E tu come vuoi utilizzare la tua bellezza per salvare il mondo?
Sei d’accordo con lo scrittore Dostoevskij sul fatto che è la bellezza che salverà il mondo?
Martina - Itis Gentileschi
Il vero significato di essere donna
Gli incontri avuti recentemente, in particolare su Haiti e la Romania mi hanno fatto comprendere quanto è importante saper ascoltare una persona, capire quello che vuole trasmettere. Ogni persona, di ogni età, dai bambini agli anziani, ha un tesoro bello o brutto nascosto dentro di sé e quando è condiviso si aprono prospettive buone e si iniziano ad aprire occhi su una realtà che pochi minuti prima era completamente sconosciuta ed estranea. La mente si arricchisce di racconti che vanno considerati come esperienze di vita da conservare per sempre, e generano domande che non possono essere ignorate. Così si scopre cosa vuol dire vivere, quanto è essenziale il concetto di vita, amore, famiglia, felicità per noi italiani e per un bambino della Romania, per esempio. Ho capito qual è il vero significato di essere donna e uomo, non per differenze fisiche, ma di fatto, e credo che si possa studiare e imparare cose nuove e importanti più dalle persone che incontri nella vita che da una semplice lezione scolastica.
Martina
Francesca - Itis Gentileschi
L’onore di “mettermi in gioco”
L’esperienza vissuta sabato è stata unica, pura, indimenticabile. E’ stata la prima volta in cui ho partecipato al Banco Alimentare e la prima volta in cui ho avuto l’onore di “mettermi in gioco”, di offrire un minuscolo contributo all’immensa società circostante. Per la prima volta nella mia vita ho realmente compreso cosa significa essere disponibile e penso di esserlo stata, nel mio piccolo. In quel breve arco di tempo in cui mi sono resa utile ho pensato a tutta quella gente che ha bisogno di una mano, che aspetta pazientemente e che accoglie qualsiasi forma di aiuto. Ho sperato che quei prodotti così semplici, ma carichi di un valore affettivo immenso offrissero, una volta giunti ai veri destinatari, un sorriso ed un motivo in più per amare la propria vita. Posso affermare di aver conosciuto una piccola “parte di mondo” fino ad allora sconosciuta o poco considerata. Sabato, mentre stavamo raccogliendo i vari prodotti, venne da me e dalla mia compagna di gruppo una signora. Essa ci chiese il motivo per il quale stavamo facendo la colletta alimentare ed a chi era destinata; noi rispondemmo che i vari prodotti venivano inviati alle persone bisognose ed in modo particolare alla gente povera. Quella signora rispose: “Anche io sono povera, ma a me nessuno procura il cibo o mi offre da mangiare, devo cavarmela da sola.” L’incontro con questa signora misteriosa mi ha fatto comprendere quanta gente ha bisogno di aiuto e quanto siano poche le persone disposte ad offrire un piccolo contributo. Quest’esperienza mi ha fatto desiderare di non lasciare che questo richiamo si disperdesse senza essere percepito, senza inviare un segno di risposta. So che ora è il mio turno, devo intervenire e, come disse Madre Teresa di Calcutta: Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro. E’ Lui che pensa. E’ Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata.
Francesca
Paola e le sue signore
Non ci credono ancora adesso
Carissima Ileana, non abbiamo avuto tempo di salutarci a Imola perché il nostro autista ci stava già aspettando. Ti ringrazio tantissimo per il servizio che hai svolto e che ci ha permesso di partecipare. Le mie signore (2 volontarie e 1 assistito) sono state profondamente colpite e supercontente, non ci credono ancora adesso. È stata anche per me una grandissima occasione e poi sono molto contenta di poter abbinare ai nomi delle mail delle facce e anche molto belle; anche i miei studenti ringraziano dell’inaspettato giorno libero.
Grazie ancora e spero a presto
Paola
...ci accompagneranno nel percorso della nostra vita.
Le sue parole
Sabato 3 ottobre abbiamo avuto un incontro con Papa Francesco, un incontro voluto con grande determinazione dal Banco Alimentare, l’organizzazione non profit che si prodiga nella distribuzione di cibo a chi ne ha bisogno, perché la vita e le circostanze non sono state favorevoli nei loro confronti. L’attesa è stata lunga e trepidante: aspettavamo con ansia parole di conforto per tutti e soprattutto serbavamo il grande desiderio di vedere il Santo Padre davanti a noi, da vicino. Il suo intervento è stato, come sempre, molto emozionante, Papa Francesco ha voluto ringraziare tutte le persone che prestano aiuto e tempo per il grande lavoro che svolgono per combattere la povertà alimentare; le sue parole di gratitudine sono entrate ridondanti nei nostri cuori, ciascuno di noi le porterà dentro di sé e ci accompagneranno nel percorso della nostra vita.
Novella
Tramite TV2000 ho visto l’incontro...
TV ed emozioni
Sabato tramite TV2000 ho visto l’incontro con Papa Francesco e mi sono commossa.
Clara – Reggio Emilia
Ragazzi, si va dal Papa il 3 ottobre!
Il Socio di maggioranza
Quest’anno, dopo una riunione fatta con i volontari del Banco Alimentare, il presidente De Santis ci diede una bella notizia: “Ragazzi, si va dal Papa il 3 ottobre!”. L’entusiasmo era alle stelle, il pensiero di poter vedere Sua Santità da vicino... Nel frattempo, ho avuto problemi di salute e non mi sentivo di affrontare un viaggio così lungo. Avevo già deciso di non andare ed ero molto abbattuta e spaventata dal possibile risultato dell’esame che attendevo. Nei giorni seguenti parlai con De Santis il quale mi convinse dicendomi: “Non andiamo ad un gita qualsiasi ma andiamo in pellegrinaggio dal Papa! Andiamo anche per chiedere la grazia della tua salute”. Ho accettato fidandomi. Il giorno dopo sono arrivati i risultati dell’esame che attendevo. Grazie a Dio negativo. Siamo partiti in pullman alle 3 del mattino da Imola. È stata un’esperienza bellissima ed emozionante, vedere tanti volontari come noi che portavano le loro testimonianze di impegno a favore dei poveri. Il viaggio è stato lungo ma ne è valsa la pena. Tornando a casa e ripensando alla giornata trascorsa, abbiamo ringraziato tantissimo il Socio di maggioranza (il Signore), come lo definisce De Santis.
Con il cuore colmo di gioia, Mariliva e Giovanni
Sono appena rientrato da Roma...
La “vita in diretta” del Banco
Sono appena rientrato da Roma. Desidero esprimere il mio ringraziamento per la indimenticabile mattinata trascorsa in Vaticano. Oltre le emozioni che Papa Francesco trasmette anche con la sola sua presenza, mi congratulo con tutto lo staff per l’ottima organizzazione e per le due ore di “vita in diretta” del Banco che, oltre a farmi conoscere alcuni aspetti a me ancora sconosciuti – pur essendo un fruitore/collaboratore di vecchia data – mi ha regalato momenti di commozione. Complimenti e grazie.
Mauro – Parma
Marco e il Banco Alimentare
A disposizione
Il giusto riconoscimento per una realtà importante come quella del Banco Alimentare. Come sempre, se abbisognate di un volontario a Bologna per la raccolta consideratemi a Vostra disposizione.
Marco – Bologna
Un grazie da Emanuela
Indimenticabile
Grazie grazie grazie... esperienza indimenticabile!!!!! Buon Lavoro!!!!
Emanuela – Ass. Claudio e I Giovani – Montiano (FC)
Lo ammiro perché non fa differenze tra le persone
Curiosa di conoscere Papa Francesco
Ero molto curiosa di conoscere Papa Francesco, lo ammiro perché non fa differenze tra le persone, è sempre "carino" e disponibile con gli stranieri e i bambini. Quando lo sento parlare mi piace quello che dice e come lo dice, con semplicità. Quando mi hanno detto che a Papa Francesco sarebbe stata raccontata la mia storia la mia curiosità di vederlo era molto alta e non pensavo di poterlo vedere così da vicino, faccia a faccia. Prima di partire per Roma sono stata poco bene e temevo di non riuscire a guarire in tempo. Mio marito mi è stato molto vicino ed ha fatto di tutto perché mi rimettessi in forma. Non voleva che in casa facessi nulla per non affaticarmi e mi ha comprato bistecche di carne per riprendere forza. Anche il medico al quale avevo detto che dovevo andare a Roma da Papa Francesco mi ha dato le medicine per guarire in fretta. Per me e per mia figlia è stata una bellissima giornata e incontrare il Papa faccia a faccia è stato molto emozionante, un’emozione cresciuta quando il Papa ha accarezzato mia figlia
R. Habiba – Budrio (BO)
Una grande giornata!
Stanchi ma felici
Una grande giornata! H. e R. sono state molto contente. R. ha fatto un bellissimo primo piano a Papa Francesco. Stanchi ma felici. Ancora grazie per questa profonda emozione. Anche la bimba e il papà indiani sono stati contentissimi e la bimba in treno sta facendo la ola a Papa Francesco.
Paola – Budrio (BO)
Mi ha riempita di nuovi entusiasmi e nuove energie
Il mio immenso grazie
Ciao, sono tornata da Roma da pochi minuti, e il mio pensiero va a voi che mi avete permesso assieme ad altri membri della mia ass. "Un cuore per la vita" di partecipare e di assistere all'udienza con Papa Francesco. Il mio immenso grazie per questa straordinaria occasione di incontro e di preghiera, un incontro che grazie al carisma, e alle parole che il ns santo padre ci ha donato, mi ha riempita di nuovi entusiasmi e nuove energie per sostenere ed aiutare le persone che tutti i giorni a noi si rivolgono. Piena di un nuovo rinnovato amore per il mio prossimo, vi porgo i miei saluti e un GRAZIE immenso per l'opportunità che ci avete donato.
Donatella
Ass. "Un cuore per la vita" – S. Prospero (MO)
Papa Francesco entra alle 12 in punto. I settemila esplodono...
I gesti molto più di tante parole
Sabato 3 ottobre, Sala Paolo VI, Città del Vaticano.
Papa Francesco entra alle 12 in punto. I settemila esplodono. Tra questi, nutrita è la delegazione del Fermano e del Sambenedettese guidata da Francesco Galieni, professione architetto. Si mischiano agli altri volontari dei banchi di solidarietà e del Banco Alimentare. È la loro giornata. Racconteranno al Papa del lavoro di migliaia di loro per raccogliere alimenti e distribuirli, dare un sostegno a milioni di poveri e nuovi poveri.
Francesco passa tra due ali di popolo che sventola i fazzoletti bianchi contenuti nella sacca dove i promotori hanno depositata l’enciclica rivoluzionaria “Laudato si’”, molto amata in questo ambiente. Le mani si tendono, il papa ne stringe quel che può. Ad un giovanissimo scivola la sacca, cade nel corridoio papale. Francesco se ne accorge, si ferma, ferma il corteo, tenta di flettersi per raccoglierla. Non ce la fa, probabilmente indossa il busto che gli sostiene la schiena dolorante. Allora si gira, invita la sua scorta a provvedere. Provvedono. Attenzione al particolare, attenzione ad ogni persona. Carità, che non è depositare un obolo nell’incavo della mano, e via. È avere qualcosa di caro, avere gli altri dentro di sé, canterebbe Giorgio Gaber. Il Pontefice non lo cita ma i concetti sono gli stessi. “Andate avanti perché fate un grande lavoro”. Queste cose le dice con la sua solita chiarezza.
I fermani e i sambenedettesi sono commossi e confermati, scorre qualche lacrima. È una mentalità che va cambiata, continua Bergoglio, un cuore, una cultura, alla fine, una politica. Marcello Naldini è il responsabile fermano del banco di solidarietà. Ogni tre/quattro settimane disciplina una squadra di volontari (ci sono anche mussulmani tra di loro) che prepara ottanta pacchi alimentari: piccoli, medi, grandi, a seconda del numero dei componenti delle famiglie e degli istituti assistiti. Migliaia le persone raggiunte. Una goccia nel mare del bisogno. Sicuramente. Madre Teresa direbbe che il mare ne avrebbe una in meno se non ci fosse quella goccia. Un mezzo, non il fine, dice un ragazzo presente all’incontro romano.
Un mezzo per creare una relazione con chi è in difficoltà. Gli alpini dell’Ana di Roma cantano, loro sanno cos’è la solidarietà. Il papa sferza: è uno scandalo lo spreco del cibo, è una ingiustizia. Poi, ci ripensa: “È un peccato”. Grave.
La pensava allo stesso modo l’imprenditore Danilo Fossati (Star) che insieme a don Luigi Giussani spinse per il Banco alimentare. Lo conferma la figlia Daniela, così come Andrea Giussani, attuale presidente del Banco nazionale, presentati da Alessandro Banfi, direttore di TgCom. “Proseguite su questa strada”, dice Papa Francesco, e Anna, volontaria di Fermo, ne prende appunto.
È la strada del recupero degli alimenti, della colletta alimentare, della consegna dei pacchi e dell’amicizia con la gente bisognosa. “Non possiamo fare i miracoli di Gesù”, spiega il Pontefice riandando a Cana, pensando ai pani e ai pesci moltiplicati. Possiamo però educarci a riconoscere l’umanità nostra e quella dell’altro. C’è una deriva antropologica nella cultura odierna, c’è un collasso del senso di umanità, avrebbe gridato Benedetto XVI.
C’è una urgenza - dice ancora Bergoglio - specie oggi con il fenomeno dell’immigrazione, “di fronte abbiamo persone con il loro fardello di dolore”. Il mandato allora è di “guardarle in faccia, esser loro fratelli e amici - farli sentire importanti agli occhi di Dio, restituir loro dignità di persone”.
Il Papa esce dopo circa un’ora. Accarezza i malati, abbraccia i bambini segnati dalla sofferenza. Con uno sembra non volersi staccare più.
I gesti più delle parole. Ed ora la Colletta. Tutti pronti per il 28 novembre.
Adolfo
qualcosa di concreto possiamo farlo anche noi
Grazie per questa esperienza indimenticabile!
Ciao a tutti! Grazie per questa esperienza indimenticabile! Volevo ricordare con voi i monenti in cui il nostro Papa saluta con tanto amore le persone ammalate, perché proprio in quel momento, guardando il megaschermo, ho capito che qualcosa di concreto possiamo farlo anche noi donando del tempo agli altri, con tanto tanto amore! Ciao e ancora grazie!
Barbara
messaggi/lettere/mail che ci sono arrivati dopo l'udienza
Gli amici del Friuli Venezia Giulia
Qui di seguito alcuni stralci di messaggi/lettere/mail che ci sono arrivati dopo l'udienza da amici e collaboratori che hanno partecipato:
"Grazie Banco Alimentare per le emozioni straordinarie che ci avete fatto vivere in questi due giorni. Un grande abbraccio, Stefania, Sonia e Manuela (volontarie di una SC di Jesolo)"
"Siamo rientrati dalla suggestiva udienza con Papa Francesco ancora emozionati e colpiti per la grande fede ed umanità che il Santo Padre ha trasmesso a tutti i presenti. Il discorso di Sua Santità ha premiato l'impegno e la dedizione con cui i volontari del BA da tanti anni operano per alleviare le difficoltà delle persone meno fortunate. Un momento particolarmente toccante è stato l'abbraccio di papa Francesco agli ammalati e ai bambini con un grande gesto di bontà e sensibilità umana. Grazie di cuore al Presidente del BA FVG che ci ha voluto coinvolgere in questa bellissima giornata e a tutti i suoi più vicini collaboratori che con grande efficienza hanno organizzato questo non facile viaggio a Roma. Tutto è andato alla perfezione, a dimostrazione che per le donne e gli uomini del Banco Alimentare FVG tutto può essere possibile!" (alcuni "vecchi" volontari e amici del BAFVG).
"Carissimi amici,scrivo per ringraziarvi della gita a Roma. Vi siete confermati come compagnia stupefacente - e esilarante!- Diciamo che mi sono sentita - come al solito con voi - parte di una bella famiglia, accettata e ben voluta. Sono tornata a casa felice di conoscere persone così straordinarie."(un'amica e sostenitrice)
Giovanna (che ha avuto la possibilità di salire sul palco a raccontare la sua storia e di salutare personalmente il santo Padre insieme al nostro Presidente): "La mia routine, per merito vostro, è stata spezzata da un evento così incredibile che devo continuamente guardare le foto per capire se lì veramente c'ero io. Sento di non aver detto abbastanza sul palco. Non sono riuscita a spiegare quanta ammirazione meritate per il vostro impegno e tenacia. E poi, vogliamo parlare del Papa? I suoi occhi...parlano! Non ho capito le Sue parole, erano come un abbraccio. Intorno c'era silenzio. Poi ho osservato Paolo (Olivo), un omone grande il doppio di me e capace di grandi cose....che si incantava esattamente come me. Avrei voluto portare il Papa da voi, per farvi vedere quegli occhi. Spero di avergli fatto capire che Gli stavo portando tutte le vostre preghiere e gli ho detto semplicemente "Siamo tutti con te"."
Esserci è stato un privilegio
Cosa ho fatto, per meritare di essere qui?
Esserci è stato un privilegio; stare davanti, come è successo a me, un privilegio ancora più grande. Guardando il popolo alle mie spalle, mi sono chiesto "Cosa ho fatto, per meritare di essere qui?" Non ho trovato risposta, ma probabilmente ho posto male la domanda. Se infatti, invece, mi chiedo "Perché è capitato proprio a me?", mi aiuta a rispondere Davide Prosperi (Giornata di inizio anno): "... noi che siamo stati preferiti... che abbiamo, per così dire, visto i tratti inconfondibili del volto di Cristo attraverso la testimonianza così persuasiva di una compagnia umanamente decisiva e pacificante per la vita, noi cui è stato dato di fare esperienza di Cristo come un'attrattiva invincibile, noi siamo stati scelti per il mondo. A noi è stata data questa esperienza di conoscenza, perché ne comunichiamo la bellezza a tutti. Se no, che senso avrebbe la preferenza? Sarebbe un'ingiustizia". Così è più chiaro, per me e per tutti quelli che c'eravamo. Le occasioni non mancano; la vita, e non solo la vita di Banco, è tutta un'occasione. Speriamo di essere all'altezza. Speriamo che il Papa sia contagioso.
Fabio
Il viaggio a Roma con il Banco Alimentare
Come una torta
Il viaggio a Roma con il Banco Alimentare, per me e stato come una torta, e l'incontro con il santo padre Papa Francesco e stata la ciliegina, e stata la torta più buona che ho mai mangiato fino adesso, ho avuto questa meravigliosa opportunità grazie alla signora Maria Pia e tutti gli suoi collaboratori Filomena Concetta Rita Paola e altri ancora, sono delle persone meravigliose che oltre a tutto quello che hanno fatto e che stanno facendo per i miei bambini grazie.. li stanno vedendo crescere che il Signore Gesù vi protegge, gli ringrazio di tutto cuore a tutti lo staff di Montalto Uffugo.
Loredana
Francesco e Rosa all'incontro con Papa Francesco
Mi porto nel cuore l'abbraccio
Io e mia moglie Rosa abbiamo partecipato all'incontro con Papa Francesco Sabato 3 ottobre, con il desiderio di sentire le parole del Papa per poter trovare uno spunto in più ad affrontare il momento particolare che stiamo vivendo mossi da una responsabilita ma allo stesso tempo consapevole che da solo non riesco a fare nulla se non condividendo con i miei amici , con la consapevolezza che non risolveremo i problemi del mondo. Dall'incontro con il papa mi porto nel cuore l'abbraccio che Lui ha avuto per ogni uno che ha salutato personalmente e riuscire ad avere quello sguardo con cui ha guardato singolarmente anche se eravamo tanti ogni uno di noi e riuscire a trasmetterlo come esperienza vissuta il giorno della colletta e durante la preparazione. Grazie
Scrivi anche la tua storia, sarà un tesoro inestimabile!