Solidarietà. Cenone in grande stile per 1000 invitati al Palaolimpico
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Un evento unico in Italia, che ha permesso al più poveri della città - cassaintegrati, immigrati, laureati senza lavoro, occupati sottopagati, rifugiati. senzatetto - di vivere un insolito momento di festa, accomodati attorno a tavoli elegantemente imbanditi con stoviglie di ceramica e calici di vetro, gustando vini come Barolo e Dolcetto, ma anche acqua minerale, assaporando piatti prelibati: flan di cavolo con fonduta d’alpeggio, risotto mantecato ai peperoni rossi, salsa al prezzemolo e acciughe sott’olio, lesso di manzo da allevamenti della razza Piemontese, accompagnato da bagnetto rosso con contorno di carote e lenticchie. Per finire, un ottimo moscato e panettone con zabaione o crema senza liquore, nel rispetto degli ospiti mussulmani, oltre a cioccolatini artigianali torinesi. Durante la serata, musica natalizia e dal vivo a rendere ancora più suggestivo il tutto, fra mille storie da raccontare ed esperienze da ascoltare, una moltitudine di visi e di occhi che si incontrano, voci che parlano le lingue più disparate e tanti colori di abiti e volti. «La solidarietà è un valore che dobbiamo recuperare in periodo di crisi» ha affermato l’arcivescovo Cesare Nosiglia durante il suo intervento al Palaolimpico. Ma i valori di fratellanza, solidarietà e altruismo non restino un sogno da tirar fuori dal cassetto a Natale o in momenti anche economicamente difficili come quello che la nostra società sta vivendo: la dignità dell‘uomo non dura una sera, neppure per Cenerentola. Il 28 dicembre 2011 è una data da ricordare, un modello nella storia di Torino e di chi la abita, nel lusso oppure no. Un tessuto prezioso su cui ricamare. Realizzare un sogno si può; lo sa chi ha udito mille voci ringraziare. Fonte: Patrizia Salerno - Il Coltivatore Piemontese - Coldiretti
Pubblicato il 09.02.2012