Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Sono lieto di incontrarvi, tutti voi, associazioni e singoli, che collaborate a questa significativa "rete di carità" chiamata Fondazione Banco alimentare. Saluto anche quelli che seguono questo incontro da Piazza San Pietro.
Da 25 anni voi siete quotidianamente impegnati, come volontari, sul fronte della povertà. In particolare, la vostra preoccupazione è quella di contrastare lo spreco di cibo, recuperarlo e distribuirlo alle famiglie in difficoltà e alle persone indigenti. Vi ringrazio per quello che fate e vi incoraggio a proseguire su questa strada.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Sono lieto di incontrarvi, tutti voi, associazioni e singoli, che collaborate a questa significativa “rete di carità” chiamata Fondazione Banco alimentare. Saluto anche quelli che seguono questo incontro da Piazza San Pietro. Da 25 anni voi siete quotidianamente impegnati, come volontari, sul fronte della povertà. In particolare, la vostra preoccupazione è quella di contrastare lo spreco di cibo, recuperarlo e distribuirlo alle famiglie in difficoltà e alle persone indigenti. Vi ringrazio per quello che fate e vi incoraggio a proseguire su questa strada.
La fame oggi ha assunto le dimensioni di un vero “scandalo” che minaccia la vita e la dignità di tante persone – uomini, donne, bambini e anziani −. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con questo peccato, in un mondo ricco di risorse alimentari, grazie anche agli enormi progressi tecnologici, troppi sono coloro che non hanno il necessario per sopravvivere; e questo non solo nei Paesi poveri, ma sempre più anche nelle società ricche e sviluppate. La situazione è aggravata dall’aumento dei flussi migratori, che portano in Europa migliaia di profughi, fuggiti dai loro Paesi e bisognosi di tutto. Davanti a un problema così smisurato, risuonano le parole di Gesù: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25,35).
Vediamo nel Vangelo che il Signore, quando si accorge che le folle venute per ascoltarlo hanno fame, non ignora il problema, e neppure fa un bel discorso sulla lotta alla povertà, ma compie un gesto che lascia tutti stupiti: prende quel poco che i discepoli hanno portato con sé, lo benedice, e moltiplica i pani e i pesci, tanto che alla fine «portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati» (Mt 14,20-21). Noi non possiamo compiere un miracolo come l’ha fatto Gesù; tuttavia possiamo fare qualcosa, di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile, e che ha anche la forza di un miracolo. Prima di tutto possiamo educarci all’umanità, a riconoscere l’umanità presente in ogni persona, bisognosa di tutto. Forse pensava proprio a questo Danilo Fossati, imprenditore del settore alimentare e fondatore del Banco alimentare, quando confidò a Don Giussani il suo disagio di fronte alla distruzione di prodotti ancora commestibili vedendo quanti in Italia soffrivano la fame. Don Giussani ne rimase colpito e disse: «Poche volte mi era capitato di incontrare un potente che scegliesse di dare senza chiedere nulla in cambio e mai avevo conosciuto un uomo che desse senza voler apparire. … Il Banco è stata la sua opera. Mai pubblicamente, sempre in punta di piedi, l’ha seguita dal suo nascere».
La vostra iniziativa, che festeggia i 25 anni, ha la sua radice nel cuore di questi due uomini, che non sono rimasti indifferenti al grido dei poveri. E hanno compreso che qualcosa doveva cambiare nella mentalità delle persone, che i muri dell’individualismo e dell’egoismo dovevano essere abbattuti. Continuate con fiducia questa opera, attuando la cultura dell’incontro e della condivisione. Certo, il vostro contributo può sembrare una goccia nel mare del bisogno, ma in realtà è prezioso! Insieme a voi, altri si danno da fare, e questo ingrossa il fiume che alimenta la speranza di milioni di persone.
È Gesù stesso che ci invita a fare spazio nel nostro cuore all’urgenza di «dare da mangiare agli affamati», e la Chiesa ne ha fatto una delle opere di misericordia corporale. Condividere ciò che abbiamo con coloro che non hanno i mezzi per soddisfare un bisogno così primario, ci educa a quella carità che è un dono traboccante di passione per la vita dei poveri che il Signore ci fa incontrare.
Condividendo la necessità del pane quotidiano, voi incontrate ogni giorno centinaia di persone. Non dimenticate che sono persone, non numeri, ciascuno con il suo fardello di dolore che a volte sembra impossibile da portare. Tenendo sempre presente questo, saprete guardarli in faccia, guardarli negli occhi, stringere loro la mano, scorgere in essi la carne di Cristo e aiutarli anche a riconquistare la loro dignità e a rimettersi in piedi. Vi incoraggio ad essere per i poveri dei fratelli e degli amici; a far sentire loro che sono importanti agli occhi di Dio. Le difficoltà che sicuramente incontrate non vi scoraggino; piuttosto vi inducano a sostenervi sempre più gli uni agli altri, gareggiando nella carità operosa.
Vi protegga la Madonna, Madre della Carità. Vi accompagno con la mia benedizione. E chiedo anche a voi, per favore, di pregare per me. Grazie!
Tutti insieme preghiamo la Madonna. E vi suggerisco una cosa: nella preghiera alla Madonna e nel ricevere la benedizione, pensate a una persona, a due o tre, che noi conosciamo, che sono affamate e che hanno bisogno del pane di ogni giorno. Non pensare a noi, e chiedere alla Madonna per loro. Che il Signore benedica loro.
Ave Maria…
Chers frères et sœurs, bonjour!
Je suis heureux de vous rencontrer, vous tous, associations et particuliers, qui collaborez à ce «réseau de charité» significatif appelé Fondation Banque alimentaire. Je salue aussi ceux qui suivent cette rencontre depuis la place Saint-Pierre. Voilà 25 ans que vous êtes quotidiennement engagés en tant que bénévoles, sur le front de la pauvreté. En particulier, votre préoccupation est celle de remédier au gaspillage de nourriture, de la récupérer et de la distribuer aux familles en difficulté et aux personnes indigentes. Je vous remercie pour ce que vous faites et vous encourage à poursuivre sur cette voie.
La faim aujourd’hui a revêtu les dimensions d’un véritable «scandale» qui menace la vie et la dignité de tant de personnes — des hommes, des femmes, des enfants et des personnes âgées. Chaque jour, nous devons nous confronter à cette injustice, je dirais même plus, à ce péché, dans un monde riche de ressources alimentaires, également grâce aux immenses progrès technologiques, de trop nombreuses personnes n’ont pas le nécessaire pour survivre; et ce, pas uniquement dans les pays pauvres, mais aussi toujours plus dans les sociétés riches et développées. La situation s’est aggravée par l’augmentation des flux migratoires, qui amènent en Europe des milliers de réfugiés ayant fui leurs pays et qui manquent de tout. Face à un problème aussi démesuré, les paroles de Jésus résonnent: «J’ai eu faim et vous m’avez donné à manger» (Mt 25, 35). Nous voyons dans l’Evangile que le Seigneur, quand il s’aperçoit que les foules venues pour l’écouter ont faim, n’ignore pas le problème et ne fait pas non plus un beau discours sur la lutte contre la pauvreté, mais effectue un geste qui étonne tout le monde: il prend le peu que les disciples ont apporté avec eux, le bénit, et multiplie les pains et les poissons, au point qu’à la fin, «l’on emporta le reste des morceaux: douze pleins couffins!» (Mt 14, 20-21).
Nous ne pouvons pas accomplir un miracle comme l’a fait Jésus; mais nous pouvons néanmoins faire quelque chose, face à l’urgence de la faim, quelque chose d’humble, et qui ait aussi la force d’un miracle. Avant toute chose, nous pouvons nous éduquer à l’humanité, à reconnaître l’humanité présente chez toute personne qui manque de tout. Sans doute Danilo Fossati, entrepreneur du secteur alimentaire et fondateur de la Banque alimentaire, pensait-il précisément à cela lorsqu’il confia à don Giussani son malaise face à la destruction de produits encore comestibles, en voyant ceux qui souffraient de la faim en Italie. Don Giussani en resta frappé et dit: «J’avais eu peu de fois l’occasion de rencontrer un puissant qui choisisse de donner sans rien demander en retour et je n’avais jamais connu un homme qui donnait sans vouloir apparaître... La Banque a été son œuvre. Jamais publiquement, toujours sur la pointe des pieds, il l’a suivie depuis sa naissance».
Votre initiative, qui fête ses 25 ans, prend ses racines dans le cœur de ces deux hommes, qui ne sont pas restés indifférents au cri des pauvres. Et ils ont compris que quelque chose devait changer dans la mentalité des personnes, que les murs de l’individualisme et de l’égoïsme devaient être abattus. Poursuivez avec confiance cette œuvre, mettant en pratique la culture de la rencontre et du partage. Bien sûr, votre contribution peut avoir l’air d’une goutte d’eau dans l’océan du besoin, en réalité celle-ci est précieuse! Avec vous, d’autres s’engagent, et cela étend le fleuve qui alimente l’espérance de millions de personnes.
C’est Jésus lui-même qui nous invite à faire de la place dans notre cœur à l’urgence de «donner à manger à ceux qui ont faim», et l’Eglise en a fait une des œuvres de miséricorde corporelle. Partager ce que nous avons avec eux, qui n’ont pas les moyens de satisfaire un besoin aussi basique, nous éduque à cette charité qui est un don débordant de passion pour la vie des pauvres que le Seigneur nous fait rencontrer.
En partageant la nécessité du pain quotidien, vous rencontrez chaque jour des centaines de personnes. N’oubliez pas que ce sont des personnes, pas des numéros, chacun avec son fardeau de douleur qui parfois semble impossible à porter. En gardant toujours cela à l’esprit, vous saurez les regarder en face, les regarder dans les yeux, leur serrer la main, percevoir en eux la chair du Christ et également les aider à reconquérir leur dignité et à se remettre sur pieds. Je vous encourage à être des frères et des amis pour les pauvres; à leur faire sentir qu’ils sont importants aux yeux de Dieu. Que les difficultés que vous rencontrez certainement ne vous découragent pas; qu’elles vous poussent plutôt à vous soutenir toujours plus les uns les autres, en rivalisant de charité active.
Que la Vierge, Mère de la charité, vous protège. Je vous accompagne avec ma bénédiction. Et je vous demande à vous aussi, s’il vous plaît, de prier pour moi. Merci!
Prions tous ensemble la Vierge. Et je vous suggère une chose: dans la prière à la Vierge et en recevant la bénédiction, pensez à une personne, ou à deux ou trois, que nous connaissons, qui ont faim et qui ont besoin de pain de chaque jour. Ne pensons pas à nous, et demandons à la Vierge pour eux. Que le Seigneur les bénisse.
[Je vous salue Marie... Bénédiction]
Queridos irmãos e irmãs, bom dia!
Sinto-me feliz por me encontrar convosco, com todos vós, associações e indivíduos, que colaborais com esta significativa «rede de caridade» chamada Fundação Banco alimentar. Saúdo também quantos seguem este encontro da Praça de São Pedro. Desde há 25 anos mantendes diariamente um compromisso como voluntários a fim de debelar a pobreza. Em particular, a vossa preocupação consiste em contrastar o desperdício de alimentos, recuperá-los e distribuí-los às famílias em dificuldades e aos indigentes. Agradeço-vos o que fazeis e encorajo-vos a prosseguir nesta estrada.
Actualmente, a fome assumiu as dimensões de um verdadeiro «escândalo» que ameaça a vida e a dignidade de muitas pessoas — homens, mulheres, crianças e idosos. Todos os dias devemos confrontar-nos com esta injustiça, permito-me dizer mais, com este pecado; num mundo rico de recursos alimentares, graças também aos enormes progressos tecnológicos, são demasiados os que não têm o necessário para sobreviver; e não só nos países pobres, mas cada vez mais também nas sociedades ricas e desenvolvidas. A situação agravou-se com o aumento dos fluxos migratórios, que trazem à Europa milhares de refugiados, que fogem dos próprios países e carecem de tudo. Diante de um problema tão incomensurável, ressoam as palavras de Jesus: «Tive fome e destes-me de comer» (Mt 25, 35). Vemos no Evangelho que o Senhor, quando se dá conta de que a multidão presente para o ouvir tinha fome, não ignora o problema, e nem pronuncia um discurso sobre a luta contra a pobreza, mas faz um gesto que deixa todos admirados: toma aquele pouco que os discípulos tinham trazido consigo, abençoa-o e multiplica os pães e os peixes, a ponto que no final «sobraram doze cestos cheios de pães» (cf. Mt 14, 20-21).
Não podemos realizar um milagre como fez Jesus; todavia devemos fazer algo, diante da emergência da fome, algo humilde, e que tem também a força de um milagre. Antes de tudo, podemos educar-nos à humanidade, a reconhecer a humanidade presente em cada pessoa, carente de tudo. Certamente, Danilo Fossati, empresário do sector alimentício e fundador do Banco alimentar, pensava nisto quando confiou a pe. Giussani a sua indignação face à destruição de produtos ainda comestíveis e vendo quantos na Itália sofriam a fome. Pe. Giussani ficou admirado e disse: «Poucas vezes aconteceu que me encontrasse com um poderoso que escolhe dar sem pedir nada em troca e nunca conheci um homem que oferece sem querer aparecer... O Banco foi a sua obra. Nunca publicamente, sempre em ponta de pés, seguiu-a desde o seu nascimento».
A vossa iniciativa, que comemora 25 anos, tem a sua raiz no coração destes dois homens, que não permaneceram indiferentes ao grito dos pobres. E compreenderam que alguma coisa tinha que mudar na mentalidade das pessoas, que os muros do individualismo e do egoísmo deveriam ser abatidos. Continuai com confiança esta obra, realizando a cultura do encontro e da partilha. Certamente, o vosso contributo pode parecer uma gota no oceano das necessidades, mas na realidade é precioso! Juntamente convosco, muitos outros trabalham, e isto engrossa o rio que alimenta a esperança de milhões de pessoas.
É o próprio Jesus que nos convida a criar espaço no nosso coração para a urgência de «dar de comer a quem tem fome», e a Igreja realiza uma das suas obras de misericórdia corporal. Partilhar o que possuímos com quem não tem meios para satisfazer uma necessidade tão primária, educa-nos para a caridade que é um dom transbordante de paixão pela vida dos pobres que o Senhor nos faz encontrar.
Partilhando a necessidade do pão quotidiano, encontrais-vos diariamente com centenas de pessoas. Não esqueçais que são pessoas, não números, cada um com o seu fardo de dor, que às vezes parece impossível carregar. Tendo isto sempre presente, sabereis olhar para elas nos rostos, nos olhos, apertar-lhes a mão, descobrir nelas a carne de Cristo e ajudá-las a reconquistar a dignidade e a erguer-se. Encorajo-vos a ser irmãos e amigos dos pobres; a fazer com que se sintam importantes aos olhos de Deus. As dificuldades que certamente encontrais não vos desencorajem, mas vos induzam a apoiar-vos uns aos outros, competindo na caridade eficaz.
Que vos proteja Nossa Senhora, Mãe da Caridade. Acompanho-vos com a minha bênção. E peço também a vós, por favor, que rezeis por mim. Obrigado!
Todos juntos rezemos a Nossa Senhora. Sugiro-vos que na oração a Nossa Senhora e ao receber a bênção, pensai numa, duas ou três pessoas que conheceis, que sofrem a fome e têm necessidade do pão quotidiano. Não penseis em nós nem peçais por nós a Nossa Senhora. Que o Senhor as abençoe.
Saluto del Presidente Andrea Giussani
Santo Padre, grazie per questo incontro che ci ha concesso. Sono qui di fronte a Lei parte delle migliaia di persone e associazioni a cui il Banco Alimentare da 25 anni si propone come ponte tra chi dona alimenti e chi li distribuisce gratuitamente, una rete di Carità che quotidianamente, in silenzio, si spende per la lotta contro la povertà alimentare e contro lo scarto.
Santo Padre, grazie per questo incontro che ci ha concesso.
Sono qui di fronte a Lei parte delle migliaia di persone e associazioni a cui il Banco Alimentare da 25 anni si propone come ponte tra chi dona alimenti e chi li distribuisce gratuitamente, una rete di Carità che quotidianamente, in silenzio, si spende per la lotta contro la povertà alimentare e contro lo scarto. Il Banco Alimentare è anche un cammino educativo per approfondire le ragioni del proprio vivere. Sono qui con noi gli operatori delle mille aziende di produzione e distribuzione che ci donano le loro eccedenze di prodotti, salvandoli così dallo spreco. C’è poi una parte dei volontari delle oltre 8.000 Strutture Caritative, cattoliche, di altre religioni e laiche, che si prendono cura ogni giorno di oltre 1 milione e mezzo di persone. Vi sono inoltre alcuni dei 130.000 volontari della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, la più grande festa della Carità oggi in Italia, che, a fine novembre di ogni anno, in 11.000 supermercati accolgono il dono di una spesa da più di 5 milioni di cittadini. Molti si mobilitano anche a sostegno delle persone colpite da terremoti, alluvioni e nell’accoglienza di profughi.
Un fattore ci unisce: se ancora percepiamo il confine tra poveri e ricchi, tra chi dà e chi riceve, avvertiamo che Cristo lo ha già spazzato via e ogni giorno, in quest’opera, possiamo fare esperienza del Destino che accomuna chi ha fame a noi tutti, affamati di senso per la nostra vita. Il Banco Alimentare è nato grazie all’incontro di due uomini, un grande imprenditore, Danilo Fossati e un illuminato educatore don Luigi Giussani, dal loro desiderio di rispondere al bisogno e di educare le persone alla condivisione.
Santo Padre, Le consegniamo il nostro tentativo, consapevoli della nostra inadeguatezza di fronte alla povertà: oltre 4 milioni di persone, di cui oltre il 10% con meno di 5 anni, non possono contare su un pasto sufficiente, in Italia. Non potremo mai cancellare l’indigenza ma solo attenuarne gli effetti. A chi gli ha chiesto se la sua fatica di una notte di recupero di pochi chili di cibo avanzato “valesse la pena”, un volontario rispondeva: “Vale la pena, per me e per la persona che comunque mangerà quel poco cibo di cui sarebbe rimasta senza”. Vorremmo essere capaci di guardare al tema del cibo, vedendo " il volto delle persone che hanno bisogno”, divenendo da subito, anche nel poco, strumenti di risposta instancabile, persone insieme a persone. Tutto nasce da un incontro, sempre.
Questo popolo, qui davanti a Lei, in ascolto in piazza San Pietro e collegato in alcuni magazzini del Banco Alimentare, è accomunato dalla dimensione vitale e antropologica del “dono”: il recupero di una scatoletta ammaccata, di un pezzo di pane, la consegna di ciò che rimane nella cucina di una mensa, la spesa offerta durante la Colletta Alimentare, da piccolo dono, diventano risposta ad un bisogno immediato e subito partecipazione ad un Destino più grande. Il cibo è mercato, crea lavoro, produce profitti. Ma soprattutto è dono: della terra, della capacità di chi lo trasforma, delle mani della mamma, della nonna, del cuoco che lo cucinano, il cibo è relazione, affetto, convivialità, sostegno. Noi siamo accomunati da un grande privilegio: dare al cibo, destinato dal mercato a diventare spazzatura, una nuova vita e un più grande valore: sfamare chi ne ha bisogno. Il gesto gratuito dei volontari va ben al di là della generosità individuale e diventa esperienza collettiva ed educazione ad un modo nuovo di stare nel mondo, vivendo la carità come modalità dei rapporti. Spesso abbiamo sperimentato la forza di questo contagio, accompagnando nuove iniziative perfino con amici in Paesi Sudamericani.
Deponiamo davanti a Lei il cibo che distribuiremo nel 2015: circa 75.000 tonnellate. Ma insieme le offriamo le nostre speranze e la volontà di continuare l’impegno nella lotta alla povertà e allo spreco; facciamo nostro il richiamo dell’imminente Giubileo a vivere, tra le opere di misericordia corporale, il “dar da mangiare agli affamati”, come segno della carità di Cristo.
Mentre le porgiamo i nostri filiali auguri per la ricorrenza di San Francesco, le rinnoviamo i voti per la Sua missione per tutti gli uomini e Le chiediamo di volerci condurre paternamente per mano. Con il pensiero rivolto al Sinodo sulla Famiglia, Le assicuriamo la nostra continua preghiera e ci disponiamo ad ascoltare le sue parole di Padre.
Rivivi le emozioni dell'udienza di Papa Francesco attraverso i video e le foto
Diretta Tv 2000 con commento di Marco Lucchini
Diretta Telepace Udienza integrale
Video Banco Alimentare trasmessi all'udienza
Ingresso e discorso del Santo Padre
Foto dell'udienza Incontro Banco Alimentare
Gli amici di Banco Alimentare
Silvia
Se i miei figli sono venuti al mondo, è grazie all’aiuto del cibo e dell’affetto che attraverso il Banco Alimentare ho ricevuto!
Paolo
Separati... ma non dalla speranza. Ho ritrovato la forza per risalire la china, passo dopo passo.
Kastel
Ho iniziato come volontario e sono rimasto. Non avevo praticamente nulla e mi venne offerto aiuto.