«El volutariado es amor», dice Paula Andrea Flores, una delle volontarie del Banco Alimentare del Trentino Alto Adige. Colombiana, mamma di due ragazzi e da 11 mesi in Italia. Vicino a lei c’è Francesco Isernio, 53 anni, napoletano da 25 anni in Trentino. «Sono qui al Banco a dare un aiuto e l’aspetto più incredibile è che tutto è iniziato per una cosa brutta, mentre adesso ne sto facendo una stupenda».

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La cucina, prima di essere una forma di spettacolo, è innanzitutto nutrimento per le persone. Che non sempre, purtroppo, hanno accesso al cibo a volontà. Lo hanno ricordato lo chef Davide Oldani, l’attore Giacomo Poretti e gli chef solidali di cinque mense benefiche di Milano che ieri, alla Fabbrica del Vapore, sono saliti sul palco dell’ultima serata dell’evento gastronomico del Corriere.

Non è stato un evento autocelebrativo, ma una festa: la festa delle persone che lungo gli anni hanno in vario modo contribuito e contribuiscono a realizzare e a vivere loro stessi, in prima persona, la gratuità di questa iniziativa che si chiama Banco Alimentare.

Eccoli i Compagni di Banco. Stipati nella sala Alessi del Comune di Milano si sono trovati a festeggiare trent’anni di vita del Banco Alimentare. I Compagni di Banco, gente che più diversa non si può; donatori, manager di grandi aziende, volontari; tutti insieme dentro una grande storia. E lo stesso sguardo pieno di storie, di persone incontrate, conosciute, abbracciate. Perché questa è la festa di un popolo, come ha detto il presidente Andrea Giussani, “che si è formato un incontro dopo l’altro, come un fiume in piena”.

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